Viareggio9385

Cani stanchi

A me questo nobile virus ha veramente rotto le palle: non foss'altro per l'impossibilità di parlar d'altro, che ogni monoargomento/metargomento si porta inevitabilmente appresso. Andrà tutto bene: di sicuro per l'Inps. Per il resto, dal mio angolino visuale e di mondo, registro una netta riduzione della sfera della libertà, anche di fare i bischeri, a tutto vantaggio della c.d. "sicurezza". Poi annoto che un governo che aveva esaurito le pile a febbraio oggi piace, e ancora rilevo che nemmeno le droghe abituali- e si sa quant'io sia matto per il pallone- possano più nulla contro la ferale pandemia. Disinfetteranno i palloni nell’intervallo, dice: questo solo dovrebbe bastare a tenermene lontano; ma il richiamo dell’erba tagliata di fresco è irresistibile… Forse, vedremo.

Andrà tutto bene: ok, ma come, e quando? Perché se per “farla andar meglio” mi toccherà sentire ancora a lungo i “discorsi lontano dal caminetto” del Presidente del Coniglio (ha solo assecondato l’indole nazionale: nessuno tocchi Caino, ché oltretutto ha cravatte intonatissime), o ascoltare i divisamenti della Ministra Azzolina contenendo la mia deplorevole e sfrenata libido e l’arrogante complesso di superiorità che mi pervade, non garantisco per la mia tenuta mentale. Due mesi ancora di “tutto bene” e non so che mi succede.

Ci voleva una temperie particolare, e degli interpreti all’altezza, per riesumare l’obsolescente ciclo di vita del plexiglass: Covid-19 e i suoi stakeholder ce l’hanno fatta. L’opinionista tv Sara Manfuso (prego?) si cava l’asticella degli occhiali di bocca e strepita contro Barbie Quarantine “occultata celebrazione del maschilismo”: cose di cui nulla so scatenano la riprovazione di personaggi di cui nulla desidero sapere. Covid-19 fa prima insanire coloro che vuole si perdano; durante mesi di permanenza forzata al paesello natale mi è toccato assistere alla folle beneficiata dell’amico panettiere contrapposta alle nuove e commoventi miserie dell’amico pasticciere. Forse solo il pane è idoneo al dramma che si vive in quarantena. Che dire allora del pan con l’uvetta e le brioches, e i biscotti da tea che il prestinaio ha subito messo in vetrina? Covid-19 (e i suoi interpreti) stabiliscono che tra “Regione e Regione” spostarsi è proibito: e Cesare, che ha il torto di vivere sul Ticino, non può andare a lavorare a 1000 metri di distanza, sulla riva opposta: resta fermo e garantito invece il diritto di recarsi da Borgo San Dalmazzo (CN) a Varzo (VCO); sono km 334, per 3 ore e 42 minuti di viaggio. Tralascio i discorsi sui gradi di parentela, e sulla metratura interponenda tra conducente e passeggero in macchina; cito appena i tour de force da cui sono reduci i disgraziati cagnolini dei palazzi di città, sballottati tra un’inazione proverbiale, un periodo di surmenage atletico demenziale ed il brusco ritorno alle mollezze pregresse… Andrà tutto bene: speriamo, perché fin qui non ci si è privati di nulla, e Fufi trema.

Per fortuna c’è la stampa, bellezza. Covid coronavirus contagio positivi (che sfiga) deceduti guariti. Ospedale, ospedale da campo (russo, cubano, alpinistico, degli ultràs della DEA…. provvidenziale e poi subito dopo inutile, anzi dannoso, come la terapia intensiva ; sempre troppo poca, e poi improvvisamente ridondante. Negativo, positivo, guarito(?) paziente post covid, “ASINTOMATICO”! Stato Regione Sanità: Gallera Fontana Zaia. Ne usciremo, durerà ancora a lungo, non abbassiamo la guardia. EROI. EROI. EROI.

Una grandissima quantità di parole ripetute ossessivamente dovrà pure, prima o poi, assumere un qualsiasi significato. O no? Pare di no. Il gusto dell’elenco serale come un mantra obbligatorio, ansiogeno e indecifrabile, solo per iniziati ma diffuso e riproposto a reti unificate e senza requie. Ieri ci sono stati più contagi (ma erano in Lombardia, sicché…), vuoi mettere con i guariti di una settimana fa? Il trend è stazionario, o positivo (brrr), ma occorre vigilare, e soprattutto non abbassare la guardia. Anche in Lucania? Anche in Molise o sui monti del Gennargentu?

Tutto ciò -ovviamente in Italia non c’è gusto etcetc, il disclaimer è d’obbligo- non c’entra con la tragedia, il dramma e i morti, cui va tutto il mio rispetto, anzi il commosso pensiero. Nulla so del virus, al massimo ho dei dubbi, immagino cose, altre mi perplimono (in Germania sono tanti più di noi e muoiono meno…).

Dico solo che una pandemia può diventare un sistema, anche senza premeditazione, ma con un calcolo fatto “dopo” e dei vantaggi inaspettati da sfruttare. I decisori, in una società che funziona, dovrebbero servire a questo: stabilire fino a che punto debba andare “meglio” perché possa finalmente tornare ad andare bene.

Ugo Gioria, Massalengo 7 giugno 2020