Marcello baraghini fabio norcini

Fuorilegge nella legalità

Non si è accontentato di creare Stampa Alternativa, mezzo secolo fa, ma ha pure inventato i “Millelire”, la più rivoluzionaria collana degli ultimi trent’anni. Marcello Baraghini, editore all’incontrario, così si intitola il suo prezioso Manuale per diventarlo, non smette di sorprendere: lasciata al suo destino la casa madre, a suo giudizio vittima della, bianciardianamente, integrazione nel mercato, ha fondato Strade Bianche, sede a Pitigliano: casa editrice che è anche libreria, orti di guerra e molto altro. Di quanto sia eversiva la sua proposta ne testimoniano anche le interruzioni telefoniche durante la nostra conversazione telefonica…

 

Allora Marcello non pago di aver ribaltato regole nel mondo editoriale, in questi tempi morbili ti sei inventato anche gli orti di guerra. Che guerra è?

Quella degli “orti di guerra” è una maniera di riportare l’attenzione anche nella sfera del cibo per il corpo a ciò che succede per il cibo per la mente: l’assoluta cieca obbedienza all’efferata legge di mercato. Per questo sostengo che ognuno cerchi di coltivare qualcosa: se non ha un orto può sfruttare il balcone, il davanzale. Se vuoi è una metafora: il mio campo è l’orto dell’editoria, che conosco bene e su cui credo di poter fare ancora qualcosa. Dalla campagna “il prezzo lo fai tu”, nella quale chiedevo al lettore un’offerta in cambio del libro, sono andato avanti con scelte sempre più radicali, del resto sono da sempre un radicale da marciapiede. Il mio obbiettivo è di essere un autentico “fuorilegge nella legalità”; quindi via il codice a barre, l’ISBN, il prezzo di copertina, i diritti d’autore (l’autore non ha diritti, solo doveri, insegna Godard) i contratti da 8 pagine e gli altri orpelli. Così facendo quale legge violo, se non quella di mercato?

 

Ma tu ed io sappiamo che è nella distribuzione il vero potere…

Esatto e purtroppo sappiamo anche come funziona: da noi praticamente è un monopolio, quello delle Messaggerie, che si prendono il 70% del totale: lascio immaginare cosa resta agli editori o ai librai. Il distributore agisce anche sulle prenotazioni e promozioni, per cui a nessuno frega della qualità; l’importante è la provvigione e la Carrà vale di più di Céline. Un meccanismo che stritola tutti, specie i cosiddetti piccoli editori (o indipendenti) che si legano il cappio al collo, aggrappandosi allo strapuntino dello sconto: è questo che pare interessare loro maggiormente, che non ecceda il 15%, quando poi i grandi editori godono di deroghe che permettono loro di praticare quello che più gli aggrada, anche del 50% e guarda caso sotto natale. Ci sarebbe anche da dire che poi Messaggerie paga l’editore per i libri venduti in libreria due mesi dopo averli ricevuti dal libraio stesso; quindi diventa una sorta di banca; ed è inutile ricordare che la funzione precipua di tutte le banche è lo strozzinaggio…

 

Secondo te chi o cosa ci ha portato a tanto?

L’editoria riflette il marcio dell’intero sistema: è il consumismo sfrenato e beota che ha condotto a tali storture come, nel settore del cibo per il corpo, la sguaiata politica delle super offerte, dei sottocosto: vendere a prezzi bassi ciò che queste catene comprano a prezzi stracciati. Anche qui va tutto a detrimento della qualità…

 

Pensi che con gli apocalittici scenari aperti dalla pandemia potrà cambiare qualcosa? Sicuramente in peggio…

No, ritengo invece che questa ‘sferzata’ forse potrebbe adito a dei cambiamenti positivi. Sono uomo di utopie realizzate o realizzabili: chi avrebbe scommesso una lira su Stampa Alternativa? Da quando ci siamo visti l’ultima volta sono andato avanti e ora sto mettendo on line (con Stradebianchelibri.com) tutto quello che posso dei Millelire da scaricare gratis. Inoltre ho lanciato Un libro al giorno leva il virus di torno. Tu pensa che qui un volume inchiesta di 200 pagine sulle malefatte, a proposito di strozzini, dei Benetton in Patagonia ha avuto più di 3000 download in tre giorni.

 

Quindi vuoi dire che la speranza non è solo il cognome di uno sfortunato ministro?

Non la chiamerei speranza, semmai aspettativa consapevole. Con l’educazione, la formazione, insomma con il “cibo per la mente” si può un domani uscire dalle secche cui ci ha condotto lo stolido consumismo: è questo il prodromo che ci ha portato al terrore che viviamo e con il quale, ci dicono, dovremo convivere non si sa quanto. Non ho bisogno di dire a te, che come me hai vissuto senza auto, che conosci la differenza tra l’utile ricattatorio del mercato che ti rende schiavo per possedere una macchina che ti costringe alla schiavitù, e l’utile della bellezza, che i più giudicano inutile. A proposito, colgo l’occasione per invitare chi ci legge ad andare sul sito di Strade Bianche all’indirizzo sopra indicato e fare una scorta di inutile bellezza a costo zero. Se poi si desidera il cartaceo scatta la complicità, il prezzo fatto dal lettore. (testo raccolto da Fabio Norcini)

Marcello Baraghini, Pitigliano 4 maggio 2020