¡Que viva México!

Grazie: troppa grazia! Nel senso etimologico. Perché questo “dono” realizza con estrema e “plena gratia” uno dei motivi essenziali per i quali abbiamo dato vita alla nostra piattaforma di salvataggio, nell’urgenza del naufragio della pandemia: offrire una sponda di sopravvivenza all’intelligenza, alla creatività, al talento, all’onestà intellettuale e a tutti i rimedi umani, troppo umani, che possono proteggere dai virus sempre in circolazione e in agguato, che qui è impossibile enumerare. Allora succede che un musicista, isolato e impossibilitato a suonare con altri, anzi a dirigerli, perché è sopratutto un maestro concertatore di banda e orchestra, si dedichi alla composizione e alla riscrittura. E arrangi un suo pezzo, scritto durante una tournée in Messico per due ensemble, il suo Harmonia e il Kafka di Steven Brown (ex Tuxedomoon) per clarinetto sax e fagotto; in quanto sa che la prima domenica di apertura delle frontiere regionali verrà a trovarlo da Roma sua figlia il cui compagno, Marco, è primo fagotto nell’orchestra dell’Opera di Roma. A salutare la sorella ci sarà anche Adele, che suona il sax e abita poco lontano dal babbo. Orio arrangia dunque Mexico per sax, fagotto e clarinetto e con Marco e Adele, dopo che questi si sono sgranchiti con Bach, ne dà una lettura a prima vista che filma per QuarantineDreams.

Quasi un paradigma: la gioia del ritrovarsi dopo tanto tempo e del poter suonare insieme, viene condivisa appositamente con noi. Non mi piace la parola onore, e però sono davvero “odorato” di questo immenso regalo; passo importante di ciò che il nostro “laboratorio permanente antipandemico” vuole diventare in futuro, anche dopo che sarà finita l’immensa rottura covidica, un generatore di felice bellezza: QDreams, appunto, come è stato battezzato il trio, e dove la “q” potrà significare termini grati quali quiddità, quantica, quiete, quadro e ciò che più ci, vi, piace… (Fabio Norcini)

QDreams Trio, Arezzo 7 giugno 2020